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Quella gran rompipalle della Palevi (...continua)



Keihra Palevi nasce ad Oslo un 28 febbraio degli anni ’70 da madre norvegese e padre italiano. La nonna, a cui era particolarmente legata, amava definirsi "persiana", anziché iraniana. Da lei Keihra ha preso il cognome come pseudonimo. Specifica orgogliosamente di sentirsi italiana. Tutti questi imperfetti sono lo specchio di qualcosa o meglio qualcuno, che non c'è più. Questo ha influenzato fortemente il suo percorso di vita e il suo pensiero. Non si è mai autodefinita scrittrice, ha un sacro rispetto di questo termine, ma è convinta di avere la scrittura nel sangue, voleva fare l'inviata poi, con la morte del padre, ha preso altre strade. Ha fatto studi classici, “quel bel classico di vent'anni fa” e poi la facoltà che l’ha portata a lavorare nel campo della Salute. Vive tra Venezia e i dintorni vicino alla sede di lavoro, ha quattro figli, uno dei quali già “confezionato” Ha pubblicato il suo primo libro senza quasi saperlo, né cercarlo.

“Avevo scritto una storia, l'avevo battuta e fatto dei fascicoli. Ne ho dato una copia a un tizio del mio ambiente che l'ha letto, l'ha passato al suo capo il quale a sua volta l'ha letto in aereo e mi ha fatto la proposta. Ricordo ancora la serata di presentazione, la racconterò un'altra volta, è interessante, c'erano tutti i vip e tutti volevano l'autografo. Io volevo fuggire quando siamo entrati nel parco della Villa dove si faceva la presentazione. Mi pareva di essere una sposa. Per un anno ho fatto concorsi letterari: neanche una menzione. Poi, ero in ebollizione creativa, ho mandato un paio di scritti a due case editrici. Una ce e una CE. Entrambi accettati, Ho scritto per loro almeno per sei anni (ho conservato i contratti chissà perché e ora mi tornano utili se qualcuno pensa che racconti palle). Poi mi son stancata dei tagli ai passaggi spinti che oggi invece, dopo le 50SF, mi chiederebbero in ginocchio e così ho smesso di scrivere.
 
“Come arrivi al self?”

“La scrittura è un’energia che devi far esplodere, altrimenti stai male. Sono stata spronata da un'altra bella donna. Ho trovato Amazon. La prima cosa che ho caricato sono state le “50 Sfumature di Viola”. Subito in top ten. Qualcuno ha pensato io volessi cavalcare l'onda. Niente di più falso. La molla a "lanciarmi davvero", è stata una recensione irosa del tipo " troppo comodo prendere una storia già scritta, perché non t'inventi qualcosa di tuo?" (Solo a me l'han fatto questo appunto...) Quella signorina non sa che razza di miccia ha innescato.”

La spinta decisiva è arrivata da una nota autrice che l’ha spronata a scrivere il suo primo Romance. Convinta di non arrivare alle 20.000 battute, non è più stata in grado di fermarsi fino a scrivere circa più di 600 pagine.

“Ho trafficato su Amazon, ho combinato dei pasticci, però prima mi sono ben studiata il manuale del Kindle. Sinceramente non mi aspettavo una simile accoglienza, tenendo conto che con le sinossi non ci azzecco, non do importanza alle cover e, di conseguenza, pensavo che anche per i potenziali lettori fosse così. Mi sono accorta andando avanti di un sacco di cose, di meccanismi, di importanza dei social e di alcuni blog. Non condividendo un certo tipo di approccio, vado per la mia strada, dico ciò che penso anche se è masochistico. Un minimo di promo la faccio, metto spesso gratis i miei ebook, qualche estratto, richiesta di recensioni a blog che m’ispirano. Mi sono “espansa” su Twitter anche se non so bene come usarlo. Ho riesumato un abbozzo di blog e tentato di renderlo presentabile. Continuo a cambiarne il nome, forse un giorno troverò quello giusto. Qui mi piace scrivere di tutto, oltre che narrativa. A breve inizierò a fare interviste, il mio sogno, ma non saranno le solite domande.”

“Letture?”

“Ecco, appunto eviterò questo tipo di domande… Dunque credo di aver letto tutti i classici, partendo dall’ Odissea. Il libro che ho amato di più da piccola è stato “La piccola principessa” e c’era un perché, oltre a “Piccole Donne”. I più bei storici “La torcia”, “Il lupo e la colomba” (Alto Medioevo) e “Occhi verdi”, poi "Il re e il suo giullare" su EnricoVIII, molte biografie o saggi storici su Antico Egitto, Roma, la Storia delle Monarchie...  Me ne sfugge qualcuno, ma quelli li ho proprio nel cuore.  Leggo tutti i generi, non seguo le tendenze del momento e i fantasy me li devo far spiegare da mio marito.”

“Hai finito? Vuoi dire qualcos’altro? No perché mi pareva che il pezzo fosse mio…”
“Scusa, ci ho preso gusto. Riguardo alla narrativa, e mi limito a questo aspetto, sono sconvolta dal…”
“… cattivo uso della lingua italiana.”
“Brava! È più importante la cover e il titolo maliziosetto, io questo proprio non lo capisco, è una mia fissa.”
“Lo sappiamo, lo sappiamo. Ti sei pure creata fama di rompipaxxe, snob, antipatica, malvagia…”
“Lo so, lo so. Ma so anche che c’è chi mi appoggia in silenzio, non è facile star a galla nel mondo dei self, bisognerebbe essere diplomatici. Senti io cerco di misurare le parole ma, evidentemente, il sacro furore traspare. Ti assicuro che nella vita reale sono una di compagnia, mentre sul web non amo molto i gruppi, per un motivo. Tranne in alcuni, vige il pensiero unico, se dici la tua ti zompano addosso o t’ignorano quindi, se posso, evito.”
“Quindi ti definiresti buona?”
“Buona in che senso?”
“Buona, non bona.”
“Ah, ho capito, è un termine un po’ troppo generico.”
“Rispondi!”
“Amo il mio prossimo, sto male se ferisco qualcuno inconsapevolmente, ma non sopporto i furbi e i disonesti. Ho forte il senso della giustizia e viviamo in un Paese dove non abbonda in nessun campo. Si avanza spesso non per merito. Comunque chi è riuscito a comprendermi realmente sui social, ha capito come sono fatta. Nella vita reale non ce n’è bisogno. Ho scelto un lavoro particolare, che qualcosa fa capire spero, credo in Dio, chiamalo Essere Supremo, senza bigottismi..Quando non ce la faccio più mi affido a Lui. E Lui, ti assicuro, c’è.”


Alla prossima Keihra, se riesco a beccarti dell’umore giusto.

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