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Scrittori indie in cerca di pubblico, ma con poca fantasia.

Superfluo dire che chi scrive vuol essere letto.
Superfluo dire che per essere letto devi far sapere al mondo che esisti.
Superfluo dire che anche in questo piccolo mondo ci sono "lobbies" che spingono nefandezze.

Quello che stupisce è la mancanza di apertura mentale, originalità, creatività, rischio in uno/a che si definisce scrittore.

In che consiste l'usuale pubblicità?

1) Inviti a "piacciare" una pagina di un tizio che manco conosci o che se l'hai letto per sbaglio, proprio non ti piace, Perchè devo piacciare? Ammetto che, dopo tanti tentennamenti, ho aperto pure io una pagina da narratrice.Non mi son messa a chiedere a raffica, credo di aver chiesto il "mi piace" a una ventina di persone. Ora son ferma a 50.Quindi gli altri 30 son spontanei. Bello!

2) piazzare su ventimila gruppi il link del proprio libro, senza neanche diversificare un po'. Lo faccio anch'io, ma cerco di scrivere per ognuno un qualcosa di diverso. Rarissimo è il caso che un lettore metta il link di un libro. Mosche bianche uno "scrittore" che ne linki un altro. Follia.

E mi fermo qui.

Insieme a un paio di "colleghi", abbiamo lanciato un 'iniziativa che 
- non costa nulla
- è un lavoro di squadra pulito
- si basa su presupposti statistici.

Quanti siamo? Una ventina.

Per me questo è uno specchio del narcisismo , individualismo e poca creatività della categoria che dovrebbe essere creativa per vocazione.

Noi andiamo avanti.


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